Il tè matcha è una bevanda molto antica legata alle tradizioni buddhiste giapponesi.La sua preparazione e degustazione fanno parte di una vera e propria cerimonia dall'ampia carica spirituale.Ecco le istruzioni generali per creare il vostro proprio momento di relax.
Matcha: tra spiritualità e tradizione
Il matcha ha origini molto antiche.La sua diffusione in Giappone risale all'VIII secolo.Grazie ai monaci buddhisti Saichō e Kūkai, che ne importarono i semi dopo un viaggio in Cina, spopolò rapidamente tra i monaci giapponesi grazie alle sue proprietà stimolanti.
Il matcha come lo conosciamo oggi, viene scoperto dal monaco buddista Myoan Eisai soltanto nel XII secolo, quando ormai il metodo di cottura a vapore del tè era già diffuso.La semplicità del matcha venne interpretata all'epoca come in opposizione allo stile sfarzoso dell'aristocrazia giapponese, copiata dai vicini cinesi.La bevanda si convertì a simbolo dell'opposizione allo stile di vita dei nobili del tempo e presto diventò un mezzo per raggiungere l'illuminazione stessa.
Pace, purezza, rispetto e armonia: i quattro concetti collegati al tè
Eisai si rese conto che il matcha aiutava la meditazione zen in quanto induceva uno stato di "vigilanza calma".
Grazie a lui si diffuse presto la consapevolezza riguardo le proprietà del matcha, all'origine della cerimonia del té giapponese, chiamata Chado.Fu il monaco buddista Murata Shuko a raggiungere l'illuminazione quando si rese conto che la legge del Buddha è disvelata dall'elementare gesto del versare l'acqua calda nella ciotola del tè, chiamata ippodo. Da allora il Chado ha una lunghissima tradizione e grande significato spirituale.Se eseguita in modo corretto essa libera dalle preoccupazioni mostrando la perfezione della natura.Questo, anche grazie ai quattro concetti collegati al tè: pace, purezza, rispetto e armonia.Istruzioni per la cerimonia del tè
Possiamo dunque prendere spunto da secoli di tradizione attorno alle pratiche di benessere per ricreare la nostra propria cerimonia del tè.
In primis, la stanza è molto importante.Deve essere piccola e arredata in maniera essenziale, proprio a voler evitare qualsiasi forma superflua terrena.La luce dovrebbe essere soffusa e l'atmosfera silenziosa, priva di stimoli esterni.Una volta creato l'ambiente adatto, si può iniziare la cerimonia, che non è nient'altro che un susseguirsi di gesti.Si divide in quattro momenti:- Kaseiki è il pasto leggero che si consuma prima del tè
- Koicha è il momento in cui gli ospiti contemplano la tazza di tè, ne ammirano e gustano il contenuto prima di porgerla all'ospite vicino.
- Usucha è il momento in cui gli ospiti bevono tutta la tazza di tè, ne asciugano i bordi e la restituiscono al maestro cerimoniale.
- Teishu è la parte finale della cerimonia.Gli ospiti si chinano fino al pavimento, escono dalla stanza e richiudono la porta dietro di sé.
Ovviamente, se siete in solitaria e volete praticare questa cerimonia, va bene lo stesso.In questi casi, possiamo prendere semplicemente spunto da queste pratiche benefiche per ricercare uno stato di rilassatezza.Possiamo sperimentare e sentire come queste sequenze di gesti e movimenti interagiscono con il nostro corpo senza tuttavia pretendere di esserne completamente padroni.Magari non raggiungeremo il nirvana, ma comunque potremmo sperimentare un piacevole stato di relax!
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